Cenni di anatomia
Si dividono in maggiori rispettivamente: parotidi, sottomandibolari e sottolinguali, e minori, disseminate nello spessore della mucosa del cavo orale che si distinguono in labiali palatine e linguali.
La ghiandola parotide, la più voluminosa, a secrezione salivare esclusivamente sierosa, è situata nell'omonima loggia, antero-inferiormente al padiglione auricolare dietro alla branca ascendente della mandibola. Il dotto escretore della ghiandola (Stenone) lungo 5 cm decorre nello spessore della guancia e si apre nel cavo orale a livello del secondo molare superiore. Il nervo facciale, che garantisce il funzionamento della muscolatura mimica facciale, attraversa tutta la ghiandola in un piano pressoché orizzontale dall'indietro all'avanti delimitando il passaggio da lobo superficiale a profondo.
La ghiandola sottomandibolare, a secrezione salivare sieromucosa, presenta una forma a mandorla e dimensioni di 2 x 1 x 1 cm circa, dunque molto meno voluminosa della parotide. L'arteria facciale provvede all'irrorazione della ghiandola. Il dotto escretore prende il nome di Warthon lungo 5-6 cm sbocca in corrispondenza del pavimento orale.
La ghiandola sottolinguale, a secrezione salivare solo mucosa, si presenta come un agglomerato di piccoli lobuli, che spesso mantengono la loro individualità. I dotti sboccano sotto la pozione mediana anteriore della lingua, a lato del dotto sottomandibolare.
PATOLOGIE DELLE GHIANDOLE SALIVARI
Le patologie che colpiscono le ghiandole salivari sono svariate: malattie congenite, infezioni acute e croniche, scialolitiasi (calcoli salivari), patologia neoplastica.
L'ipertrofia semplice, per lo più asintomatica, è dovuta a fattori costituzionali (obesità), denutrizione, ad alterazioni dismetaboliche (diabete) e patologie degenerative (cirrosi, sarcoidosi).
SCIALOLITIASI
La scialolitiasi è la causa più comune di tumefazione ricorrente delle ghiandole salivari (1%-2% della popolazione).
Nell'80%-90% i calcoli interessano la sottomandibolare, nel 6-20% la parotide. I calcoli della parotide più spesso si localizzano a livello intraghiandolare nel lobo superficiale raramente occupano il dotto di Stenone, al contrario la localizzazione prevalente nella gh. sottomandibolare è intraduttale.
L'infiammazione ghiandolare determinata dalla presenza di calcoli salivari prende il nome di scialoadenite, che in base al decorso della malattia può essere acuta o cronica. La diagnosi della calcolosi salivare si ottiene mediante un'anamnesi mirata e un esame obbiettivo accurato nel quale in alcuni casi è possibile individuare mediante la palpazione bimanuale il calcolo salivare stesso, l'esplorazione del dotto ci consentirà inoltre di constatare la diminuzione o la mancanza di escrezione di saliva. La diagnosi di certezza si ottiene mediante l'esecuzione di una ecografia della gh. che consente di visualizzare i calcoli salivari in quanto essendo iperecogeni appaiono molto evidenti.
La sintomatologia della forma acuta si manifesta con incremento del volume ghiandolare, dolore locoregionale (colica salivare) esacerbato dall'assunzione di alimenti, rossore localizzato alla cute sovrastante. Le forme croniche si manifestano come ripetuti episodi acuti. La terapia, in una prima fase medica con l'utilizzo di antibiotici al fine di spegnere l'infiammazione acuta, successivamente in base alla dimensione e alla localizzazione del calcolo si avvale della chirurgia (exeresi della ghiandola) e/o della litotrissia (frammentazione del calcolo mediante un'apparecchiatura che permette il bombardamento con onde d'urto).
Sindrome di Sjiogren
Nel gruppo di malattie sistemiche che colpiscono le ghiandole salivari dobbiamo citare la patologia che prende il nome di sindrome di Sjiogren. Malattia infiammatoria cronica a patogenesi autoimmune, le ghiandole più colpite sono le lacrimali e le salivari. La sintomatologia si presenta con secchezza delle mucose che determina un conseguente aumentato rischio di contrarre infezioni locali.
L'esecuzione di un esame ecografico e la ricerca degli autoanticorpi nel sangue consente la formulazione della diagnosi.
La terapia inizialmente medica nei casi più avanzati diviene chirurgica (exeresi della ghiandola).
Patologia neoplasica
Infine bisogna citare la patologia neoplastica che colpisce le ghiandole salivari.
La manifestazione clinica più tipica di una neoplasia che colpisce le gh salivari è rappresentata da una massa non dolente a lento accrescimento.
L' 80% delle neoplasie delle gh. salivari è di tipo benigno.
La diagnosi si ottiene mediante l'esecuzione di esami radiologici quali: ecografia, TC della gh. con mezzo di contrasto e se necessario Rmn.
In alcuni casi è utile l'esecuzione di un esame citologico agoaspirato ( aspirazione di alcune cellule mediante una siringa con ago sottile, sotto controllo ecografico) della neoformazione per avere un indicazione sulla natura della lesione per poter effettuare una corretta programmazione terapeutica.
La maggior parte delle neoplasie benigne delle ghiandole salivari presentano un rischio di degenerazione maligna nel tempo, per cui vengono trattate con exeresi chirurgica della ghiandola, così come ovviamente le neoplasie primitivamente maligne.